First Prize
imagini(NG)
Hauwa Abdulkadir, Abubakar Ibn Abubakar, Temitope Akinsiku, Emmanuel Etim, Victor Igene
YAC e IOM, l’agenzia per le migrazioni delle Nazioni Unite, lanciano un concorso di progettazione per disegnare una soluzione abitativa economica per le popolazioni affette dalla violenza nelle aree rurali del nord est nigeriano.
Molte sono le architetture che fanno parte del nostro quotidiano, pochi, ciononostante, sono i luoghi che siamo pronti a chiamare “casa”.
Casa.
Luogo delle memorie, degli affetti e dell’identità. La vita dell’umanità è un atto di connessione e allontanamento dal luogo chiamato “casa”: ogni evoluzione, emancipazione o nomadismo, presuppone un luogo dal quale allontanarsi e al quale fare ritorno.
Solo entrando nel cuore del significato affettivo e antropologico di casa, si può figurare il dramma di perderla o avvicinare la condizione di coloro che sono colpiti da emergenze umanitarie risultanti da conflitti o disastri.
Dal 2015, nel nord est della Nigeria, un’escalation di disordini e violenze hanno generato un’emergenza abitativa senza precedenti. Al 2023 si stima che 3,5 milioni siano le persone ad avere perso la propria abitazione o a vivere in condizioni di precarietà dal carattere emergenziale.
Simile quadro, unito a un una crescita demografica fra le più sostenute al mondo e un deficit abitativo che colpisce l’intera nazione, impongono una risposta immediata che offra soluzioni sostenibili e a lungo termine.
In questo contesto di colloca “Nigeria: Home After Crisis”, il concorso promosso dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), l’agenzia per le migrazioni delle Nazioni Unite, e finanziato dal Fondo Umanitario Nigeriano (NHF). L’obiettivo è quello di disegnare una soluzione abitativa economica, incrementale, modulare e aggiornabile per le popolazioni flagellate dalla violenza nelle aree rurali del nord est nigeriano.
Quali i luoghi che milioni di persone potranno tornare a chiamare casa? Come favorire attraverso la progettazione architettonica la ricostruire identità, affetti e memorie felici?
In uno dei contesti chiave dell’emergenza abitativa contemporanea, i giovani designer sono chiamati a dare risposte concrete per supportare popolazioni segnate da trascorsi di profondo dolore, alleviandone le sofferenze, e offrendo un contesto accogliente in cui sentirsi al sicuro e da cui muovere per ricostruire le proprie vite e la propria quotidianità.
Un concorso dalle importanti ricadute sociali, e che punta ad affermare il ruolo del L’architettura quale disciplina orientate a diffondere diritto ed equità sociale, rispondendo a necessità fondamentali dell’uomo non in termini meramente efficientisti, ma con qualità di pensiero e ambizione estetica, perché l’uomo, in qualsiasi condizione, e in qualsiasi contesto, merita dignità e merita bellezza.
Ciascuna giuria è nominata con massima cura, ed è composta da professionisti di chiara fama la cui attività abbia espresso forme di attinenza in relazione ai temi di gara.
YAC ringrazia quanti, a diverso titolo, hanno preso parte all’organizzazione e allo svolgimento della gara, condividendo tempo, materiale e risorse per rendere unica l’esperienza dei concorrenti.